Destra o manca

Gioite !! Il pragmatismo impera e gli ideali sono morti!!

Questo sembrerebbe il sunto puntuale del pensiero comune , che ha prodotto un battuto simile a quello per il soffritto, mettendo sullo stesso tagliere, ove sminuzzare, tagliuzzare , tritare , i due grandi contenitori del pensiero politico che hanno caratterizzato questo scorcio di tempo, il XX secolo.

Con le ultime due decadi, principalmente, si è conclusa l’operazione di trituramento di tali contenitori, che ha cosi prodotto una poltiglia informe, un impastatura di responsabilità condivise e non slegabili. E poi giù, tutto nel pentolone del nuovo che avanza, a soffriggere, mentre nel luogo in cui si prendono le vere decisioni, il vero cuoco , osserva compiaciuto.

A mio avviso si dovrebbe cambiare punto di vista, nel senso letterale del termine.

Guardare a Destra e Sinistra con uno sguardo nuovo. Illuminante a riguardo uno stralcio dell’intervista di WM4 a Repubblica del 14 Agosto scorso, che per spiegare il grande inganno dei partiti di centro-sinistra in Italia usa le seguenti parole:

“…Non si parte dal chi sei, si parte dal cosa fai. Quei partiti hanno fatto il contrario, hanno messo prima l’insegna di tutto il resto, ma alla fine è rimasta un’etichetta”.

“Non si parte dal chi sei..si parte dal cosa fai.” Ed in questa frase è implicito il riconoscimento che un bagaglio di valori e idee diverse tra i due contenitori esiste. Esiste però nella forma in cui viene misurato sugli atti concreti, sui comportamenti. E questi atti e comportamenti, sono stati totalmente disattesi dalla sinistra italiana.

Il rischio infatti di compiere un percorso a ritroso nella strada della Democrazia, e di ritrovarsi ad essere una copia del sistema americano, spiegato da illustri politologi come incentrato su due partiti simili a “..due etichette diverse per due bottiglie vuote”, ci porta ad una doverosa riflessione su questa dicotomia e al  superamento della stessa nei termini in cui è stata analizzata negli ultimi decenni.

Nella illuminante intervista degli scrittori del collettivo Wu Ming a Repubblica, si esplicita la differenza tra destra e sinistra pressappoco cosi : la destra concepisce la realtà come un sistema liscio, un guscio perfetto, verso il quale si deve porsi come custodi e protettori, perché la società è intesa come “… omogenea, armonica, come una marmellata, peccato per quei grumi fastidiosi, gli allogeni, i disturbatori dell’ordine..” che ne minano il naturale equilibrio. La sinistra invece, percepisce il conflitto come intrinseco alla società, come qualcosa che c’è, che non si può negare, e che va, in relazione alla coniugazione di vari pensieri della sinistra, mediato o combattuto.

Queste considerazioni mi hanno portato, nell’analisi della dicotomia destra-sinistra, alla seguente conclusione : attualmente ciò che distingue destra e sinistra, soprattutto in Italia, non è tanto il come risolvere un problema, ma nell’individuazione dello stesso. Ed ancora, mi sono convinto, che prima ancora di definirsi appartenenti ad uno dei due contenitori, è necessario riempirli di senso.

Individuo nelle disparità sociali, nel mancato rispetto della sovranità popolare, nel dominio di oligarchie finanziarie, nella squilibrata suddivisione delle risorse e nel concetto di crescita illimitata le grandi battaglie che hanno sostituito la lotta di classe. Queste enormi barriere al vivere una vita di benessere collettivo, sono i mostri da combattere, con la consapevolezza, con l’intransigenza e con l’unità di tutto quel popolo di oppressi, numeri per i governanti, che rappresenta l’unica salvezza per l’intero pianeta. E’ in questo senso che io mi ritengo un uomo di sinistra.

Osservando la realtà che ci circonda, al contrario, cosa si può realisticamente concludere? Possiamo sostenere che la dicotomia è stata strumentale al potere. Utilizzata per dividere un popolo che nell’individuazione dei conflitti e delle relative soluzioni sarebbe naturalmente unito, e che viene invece tenuto separato, dopo avergli mostrato il battuto nella pentola, i contenitori resi vuoti da chi vive nella stanza dei bottoni.

“Sinistra non è una parola, è una visione del mondo, non è fatta per un soggetto immaginario, cambia secondo la posizione da cui la dici.”

Sempre WM4 esprime cosi ciò che io interpreto come la vera sostanza ideale dell’essere di sinistra. Una visione del mondo, un ideale. Brutte parole nella società del pragmatismo indotto e dello svuotamento dei significati.

La politica è cosi diventata da una parte il luogo della omologazione, di pari passo con il processo di omologazione nella società. E la corruzione morale e ideale ha diviso un popolo , per renderlo inerme, schiavo.

In conclusione, dovremmo forse, nel confronto politico, mettere da parte questa dicotomia per raccontarci come vediamo il sistema sociale che ci circonda. Se individueremo nell’altro , nel diverso, nello straniero in genere, il problema principale della società contemporanea, beh, potremmo allora considerarci a ragione, persone di destra. Al contrario, se ci accorgeremo che è l’imperio e l’esercizio arbitrario del potere da parte delle elite finanziarie, la vera ragione dei conflitti sociali, che rende tutti i popoli estranei e divisi, allora potremmo definirci persone di sinistra.