Coloriamo il cratere

Era nell’aria. Settimane che ne parlavamo, che sentivamo il desiderio mai sopito di tornare dove la terra si mosse. Cercavamo soltanto l’iniziativa giusta. Cosi quando abbiamo visto che c’erano alcune strutture per i giovani che stavano per essere inaugurate, alle quali mancano fondi per svolgere le attività ricreative, abbiamo varato la nuova iniziativa del TeamRibelle.

L’abbiamo chiamata Giovani Emiliani Creativi.

Seguendo le indicazioni di Francesca, abbiamo deciso di raccogliere colori a tempera, pennelli, colla, cartoncini e vario materiale di cartoleria, da consegnare presso il Centro Ricreativo di San Possidonio. In realtà subito dopo lo start dell’operazione siamo venuti a conoscenza che c’erano altre due strutture che necessitavano dello stesso tipo di materiale, per cui abbiamo cercato di soddisfare le richieste anche del Centro Noi per Voi di Mirandola e del Centro Diurno per Anziani di Concordia.

La sensazione di smarrimento che provo durante i primi giorni della raccolta degli aiuti è sempre la stessa. Mi sento cosi piccolo e inefficace. Mi sembra quasi impossibile poter riuscire a mantenere la parola che sento di aver dato a quelle genti. Cosi cerco di farmi coraggio riguardando le foto e i video e rileggendo i pensieri del passato. Cosi nascono le domande.

Domande che non vorrei pormi perchè mi disegnano su uno sfondo che non è il mio. Attento a non calpestare il confine sottile che c’è tra una considerazione e un giudizio. Consapevole di come sia delicata la posizione di chi deve chiedere senza mostrare premura. E di pari passo attento a non esibire un fasullo atteggiamento di superiorità , da parte mia, che non mi sento superiore ne inferiore a nessuno. Soltanto diverso.

Credo sia una questione proprio di posizione rispetto alla vita. C’è chi si mette di lato per farci la gara…chi sta indietro e la guarda fuggire…chi si volta spesso indietro e corre a più non posso per non farsi raggiungere.

Quando smisi di fumare mi resi conto che mi ponevo la domanda sbagliata. Mi chiedevo del perchè io avessi dovuto smettere. E fumai l’ultima sigaretta quando trovai la risposta alla domanda sul perchè io in realtà fumassi. Cosi quando gettammo la televisione. Iniziai a chiedermi perchè la possedessi.

Cosi per le genti emiliane. Ho smesso di pormi la domanda sul perchè avrei dovuto aiutarle.

MI chiedo ogni giorno : perchè non farlo? E’ una questione di posizione rispetto al problema. Il terremoto c’è stato, è innegabile. Ed è stato devastante. Ancora una volta ne vedrò i segni sui palazzi..l’impronta dei denti del gigante. E ne vedremo i segni sui volti delle persone. Nelle loro voci sentiremo il tremare della terra.

Non aiutare perchè manca il tempo? Il denaro? Non aiutarle perchè dovrebbe pensarci lo Stato? Non aiutarle perchè ci sono tante altre popolazioni da aiutare?

Ho una vita che mi toglie il  respiro a volte. Lavoro ogni notte. Ho tre piccoli per casa. Sport, scuola, impegni….ma tolgo trenta minuti all’ozio ( non ho la tv altrimenti potenzialmente toglierei trenta minuti alla tv), oppure trenta minuti al sonno e li dedico agli altri. Non posso permettermi di andare al cinema, non posso fare regali costosi, sono una delle persone, padre separato operaio, che lotta per arrivare alla fine del mese. Ma posso togliermi cinque euro. Le persone che conosco e che non possono farlo le conto sulle dita di una mano. Lo Stato siamo noi. Fino a che non ci renderemo conto di questo, delegheremo ogni cosa agli altri, e staremo ad osservare il mondo che rotola giù giù giù..Ci sono migliaia ..centinaia di migliaia..milioni forse..di persone che hanno bisogno di aiuto. Ognuno di noi è una goccia. Ma non è il mare un insieme di gocce???

Quindi perchè non aiutare?

E adesso si cammina li li sul confine del giudizio, che è un cratere. Un cratere come quello che noi coloreremo. E ci giocheremo, sui bordi del cratere, vestiti come saltimbanchi senza paura. Cantando e saltando e mostrando la vita che fiorisce sui resti del pasto del gigante. Saremo humus che rende tutto fertile. Palloncini colorati…visini di bambini che si trasformano in figure di fantasia..canzoni e balli..tutti intorno al cratere.

Non ho una parola di biasimo per voi che guardate senza fare. Non ho spessore per giudicare. Vi invito solo a chiudere gli occhi per un attimo ascoltando le nostre canzoni. E poi a riaprirli, a guardare le foto dei colori, delle risa, della gioia di avere in dono da perfetti sconosciuti, un pò del loro tempo e della loro attenzione. Poi vi invito a chiudere di nuovo gli occhi. Ed immaginare quanto sarebbe stato bello partecipare. Anche solo con un minuscolo gesto, sentirsi parte di quell’arcobaleno.

Spero che alla prossima avventura salterete tutti sul carro del TeamRibelle. E’ un carro dove lo spazio è solo relativamente una misura fisica. Ci stringiamo e siamo un onda.

Un solo viaggio e non potrete più farne a meno.