Anche i babbi piangono

Quando piove se non si ha riparo ci si bagna.

Lo scopro ogni giorno, io che guardo con la faccia fuori dalla terrazza un mondo che mi evita. Quando stare in alto da le vertigini, mentre stare in basso fa venire il torcicollo. Bisognerebbe mettere gli occhi al pari degli altri occhi, con il rischio che se uno guarda in su anche gli altri poi lo facciano, con grande guadagno per i fisioterapisti.

Non ho mai avuto un animale tutto mio.Oggi ho tenuto in braccio l’animale più mio che io abbia mai avuto. Sta morendo probabilmente. Dopo una vita lunga lunga piena di coccole e calore. Queste due cose basterebbero a dovermi rendere consapevole che è inevitabile iniziare e poi finire, come un racconto, una strada, un giorno e una notte. Ed invece questa consapevolezza mi sfugge, come sabbia nelle mani bruciate dal sole.

Mia figlia mi guarda e dice

“Babbo ma tu stai piangendo.”

Sono meravigliate. Stupite. Non ci credono. Non fosse prassi cinematografica direi che stropicciano gli occhi dall’incredulità e dalla meraviglia. Si, il babbo piange.

Per una volta non accetta che quello a cui vuoi bene scappi via. Non gli va giù che si deve sempre lottare, sempre lottare, sempre, lottare.

Quindi piange.

E’ un pianto pieno di minerali, amori miei, che vi faranno crescere forti. Vi nutrirà questo mio pianto. Guardate gli occhi del babbo, perchè per ciascuno esiste il momento per piangere. Non si fugge dal dolore; perchè è fuggire dalla vita. E io vi guardo. Senza timore.

Le ultime quarantotto ore sono state impegnative. Mi danno perciò lo spunto per scrivere una nuova pagina di questo mio diario.

Ho ricordato a me stesso che si soffre. Alle volte lo dimentico.

Ho ricordato a me stesso che andare avanti lo si può fare anche stando immobili a piangere tra due bimbe.

Ho ricordato a me stesso che cadere e rialzarsi è uno sport che si impara, e per cui ci vogliono buoni maestri.

Ho parlato con un amico, pianto davanti alle mie figlie, sospirato per qualcosa che non avrò più e  preso tra le braccia un animale che sta compiendo gli ultimi metri del proprio cammino.

Io sono vivo.

E ho intenzione di restare vivo almeno fino a quando questo mio piccolo cuore pestato continuerà a battere. Poi morirò. E diventerò eterno nei ricordi di chi mi è vicino.