Gli Imprigionati – 13.5.2012 ore 2.33

Siamo in una prigione

Si dice che ogni uomo è artefice del proprio destino.

Taluni sostengono che tutto è nelle mani del Signore. Rifletto spesso su questo e sono arrivato ad una conclusione. Un accordo alla pari tra chi vede nel Divino il segno del proprio domani, e chi invece nutre la convinzione di essere se stesso il centro decisionale, la molla che scatta.

Dico che si. Probabilmente noi abbiamo grandi possibilità di scegliere( e in questo non è contraddetto il “ libero arbitrio “ religioso, con il quale legittima l’esistenza del Maligno), nel guidare, nel determinare anche, la propria sorte.

Ma ci sono aspetti della nostra vita, avvenimenti che noi non possiamo controllare, che sfuggono alle nostre possibilità. Che in fin dei conti condizionano pesantemente la nostra sorte.

Vogliamo parlare di destino?

Vogliamo parlare di prove per l’espiazione?

Tu che possiedi dei beni, che vivi nella ricca provincia, che appartieni ad una stirpe di piccoli borghesi laboriosi, che hai anche con merito accresciuto i tuoi averi, che hai sposato chi credevi di amare, che adesso rincorri gli anni che ti sono sfuggiti e guardi i tuoi figli, e ascolti la loro musica e assecondi i loro desideri indotti dal “ ce l’hanno tutti..”

Beh sappi, che tutto questo non è di fatto dipeso da te.

Nello stesso giorno, dello stesso anno, cosi come a casa dei tuoi nascevi tu, in centinaia di altri luoghi nel mondo, altri esseri umani vedevano la luce.

Esseri che per il solo fatto di nascere li e non qui, adesso osservano i propri figli contaminati dal nostro progresso, guardare i propri figli morire tra le mosche. In terre che i nostri avi hanno dominato, posseduto senza alcuna pietà.

Ogni cosa in questo mondo ci appartiene, in origine, per puro caso.

Perché non esiste libero arbitrio per chi non ha da mangiare. Esiste la morte, o la fuga, o l’odio e la tristezza.

Tu, piccolo uomo invaso di te, non sei niente se non percepisci il dolore dei tuoi simili. Quello che hai , seppure frutto del tuo lavoro, lo devi al caso. E il destino è scritto.

Ciò che rincorri, che afferri e che brami adesso, se non hai coscienza e libertà di liberartene per il bene del prossimo, ti soffocherà.

Inquinerà il pianeta fino a distruggerlo. Anatema dei nostri giorni è questo tuo essere sordo al richiamo del Giusto. Apri gli occhi e scoprirai che la colpa originale non è tua. Non è delle masse.

Nella maggioranza degli uomini può germogliare una nuova pianta. E restituirà al mondo il verde che Noi gli abbiamo sottratto.

Il primo passo sarà la conoscenza.

Vento servirà per diradare la nebbia che ti impedisce di vedere.

Ascolta.

Perché se la tua  risposta alla richiesta di cedere un po’ di ciò che credi tuo sarà negativa, tutto sarà difficile.

Comprendere che adesso serve rallentare, mentre tutto intorno ci spinge a correre, a necessitare.

Chi ha in mano le chiavi del sistema produce delle gabbie, e cerca di convincerci che quelle gabbie, sono il posto ideale in cui vivere. Fornisce a te, come ad ognuno di noi, le chiavi di tali gabbie, cosi convinto che non fuggiremo. Sta a noi aprirle, uscire, e gettare poi via quelle chiavi.

Sovvertire le regole.

Spezzare le catene

Rompere la catena con la quale chi ha il potere ci tiene legati. Una catena che nella storia ha avuto molteplici fisionomie: violenza, imperio, credo religioso..e che adesso ha l’ammaliante e intrigante aspetto l possesso. Tu hai. Tu non sei. Tu sei ciò che hai.

E ciò che hai lo desideri perché è in quel desiderio, diffuso, di gruppo, condiviso, che tu trovi la fittizia pace. Hai un senso di soddisfazione che scalda. Ti senti apprezzato. Ti fa sentire nuovo. Ti regala argomenti di cui parlare, non ti fa sentire isolato, ti rende somigliante.

E ti imprigiona.