Un amico mi regalò me stesso anni fa.
Mi disse: ” Ecco, questo sei tu “.
Ed io guardai.
C’era un cielo variegato di stagioni ed un mare che si percepiva freddo ed irrequieto.
Vento che tutto sbatte e percuote.
E un corpo vuoto, nell’atto del volo, proteso in avanti.
E tutto intorno la prova che in tutto ciò che è finito, infinite gocce di vita si muovono.